VINCITORI DEL PRIMO COVER-RELOADED
1° CLASSIFICATO: OCEANO DI ANDREA SCHEPISI
2° CLASSIFICATO: IL SIGNORE NERO DI ATTILA JUHAS
3° CLASSIFICATO: SULLE ORME DI TITAN DI ALEX DANTE
2° CLASSIFICATO: IL SIGNORE NERO DI ATTILA JUHAS
3° CLASSIFICATO: SULLE ORME DI TITAN DI ALEX DANTE
Andrea Schepisi
Attila Juhas
Alex Dante
1° Posto "Oceano" di Andrea Schepisi
La prospettiva utilizzata da Andrea pone chi osserva in un angolo visuale che lo immerge assieme a Zagor nelle profondità del mare. Sembra quasi che il nostro eroe si trovi fra due fuochi: il fondo del mare con i suoi misteriosi elementi e le poco rassicuranti sagome degli squali sopra.
Questi elementi proiettano il lettore ad immaginare la scena successiva rappresentata dalla sensazione di essere intrappolato nel fondale una volta ripresosi dallo stupore di ciò che ha appena scoperto.
Di notevole impatto scenico la danza in cerchio degli squali che si vedono in controluce e che conferiscono alla scena un senso di movimento rotatorio continuo, ripreso anche dalle braccia di Zagor.
Se vogliamo trovare un appunto è nell'utilizzo del font del titolo ma in fin dei conti non è neanche il più inadeguato che si potesse utilizzare.
Rispetto alla cover originale l'ambientazione è la stessa ma cambia il momento: in quella originale Zagor ha già scoperto il galeone e si dirige verso il forziere.
In quella proposta, invece, le lancette sono state portate indietro di qualche secondo al momento della scoperta.
Ed è una buona idea perché al contesto già ben costruito si aggiunge anche l'elemento sorpresa.
La "telecamera" posizionata in basso dona uno sviluppo ascensionale alla scena che culmina nel riverbero della luce del sole che però non è un simbolo di speranza, bensì uno strumento funzionale alla copertina per mettere in risalto l'inquietante presenza degli squali.
Il tutto ottimamente rappresentato da una tecnica pittorica, da una potenza cromatica e da un equilibrio di tutti gli elementi che lasciano pochi dubbi sulla qualità dell'elaborato finale.
Questi elementi proiettano il lettore ad immaginare la scena successiva rappresentata dalla sensazione di essere intrappolato nel fondale una volta ripresosi dallo stupore di ciò che ha appena scoperto.
Di notevole impatto scenico la danza in cerchio degli squali che si vedono in controluce e che conferiscono alla scena un senso di movimento rotatorio continuo, ripreso anche dalle braccia di Zagor.
Se vogliamo trovare un appunto è nell'utilizzo del font del titolo ma in fin dei conti non è neanche il più inadeguato che si potesse utilizzare.
Rispetto alla cover originale l'ambientazione è la stessa ma cambia il momento: in quella originale Zagor ha già scoperto il galeone e si dirige verso il forziere.
In quella proposta, invece, le lancette sono state portate indietro di qualche secondo al momento della scoperta.
Ed è una buona idea perché al contesto già ben costruito si aggiunge anche l'elemento sorpresa.
La "telecamera" posizionata in basso dona uno sviluppo ascensionale alla scena che culmina nel riverbero della luce del sole che però non è un simbolo di speranza, bensì uno strumento funzionale alla copertina per mettere in risalto l'inquietante presenza degli squali.
Il tutto ottimamente rappresentato da una tecnica pittorica, da una potenza cromatica e da un equilibrio di tutti gli elementi che lasciano pochi dubbi sulla qualità dell'elaborato finale.
2° Posto "Il signore nero" di Attila Juhas
La copertina ha il pregio di possedere un classico look da edicola.
Il lettore di Zagor viene quindi "cullato" alla vista di una cover così impostata perché ne coglie elementi molto vicini ai canoni classici della serie regolare.
L'equilibrio grafico di tutti gli elementi (Zagor, i suoi nemici, lo sfondo) nonché la colorazione tradiscono infatti una certa confidenza con le copertine della serie.
La cover proposta è totalmente rivisitata rispetto all'originale.
Attila ha raccolto quindi uno dei suggerimenti presenti nel regolamento come quello di illustrare anche altre situazioni narrate nella storia o "riassumere" l’atmosfera della storia stessa.
E sembra esserci riuscito concentrando in un unico disegno le ambientazioni nelle quali Tiziano Sclavi ha trascinato i protagonisti della serie.
Il trucco di lasciare sullo sfondo e nell'ombra il nemico che dà il titolo all'albo ci spinge alla lettura per scoprirne l'identità.
Il volto di Zagor avrebbe potuto essere più fedele vista l'impostazione classica del progetto, ma nel complesso ci troviamo di fronte ad una copertina alla quale manca davvero poco per superare tutti i test di "Zagorianità".
Il lettore di Zagor viene quindi "cullato" alla vista di una cover così impostata perché ne coglie elementi molto vicini ai canoni classici della serie regolare.
L'equilibrio grafico di tutti gli elementi (Zagor, i suoi nemici, lo sfondo) nonché la colorazione tradiscono infatti una certa confidenza con le copertine della serie.
La cover proposta è totalmente rivisitata rispetto all'originale.
Attila ha raccolto quindi uno dei suggerimenti presenti nel regolamento come quello di illustrare anche altre situazioni narrate nella storia o "riassumere" l’atmosfera della storia stessa.
E sembra esserci riuscito concentrando in un unico disegno le ambientazioni nelle quali Tiziano Sclavi ha trascinato i protagonisti della serie.
Il trucco di lasciare sullo sfondo e nell'ombra il nemico che dà il titolo all'albo ci spinge alla lettura per scoprirne l'identità.
Il volto di Zagor avrebbe potuto essere più fedele vista l'impostazione classica del progetto, ma nel complesso ci troviamo di fronte ad una copertina alla quale manca davvero poco per superare tutti i test di "Zagorianità".
3° Posto "Sulle orme di Titan" di Alex Dante
La copertina proposta da Alex è molto "coraggiosa" perché si misura con una delle storie culto del sodalizio artistico Nolitta-Ferri.
Ma soprattutto perché sfida i canoni classici delle copertine di Zagor cogliendo in pieno il concetto di rivisitazione.
In un albo della serie regolare non vedremo mai uno Zagor di spalle o dove non si scorge mai il viso e l'aquila sul petto.
Ma ai partecipanti si chiedeva, fra le altre cose, anche una reinterpretazione personale in base alla propria sensibilità o in base alla conoscenza delle atmosfere che aleggiano nella storia rappresentata.
Possono nascere quindi dei concept come questo che conferiscono alla copertina un certo pathos e gli elementi ci sono tutti.
Il gigante d'acciaio, che si intravede nella luce soffusa della foresta e che ancora non si è palesato del tutto, rappresenta una minaccia incombente e suscita nel lettore una sensazione di apprensione per qualcosa che è in divenire ma che già ha le proporzioni di un grande pericolo.
Pericolo che incombe e inesorabilmente avanza, conferendo alla scena un'idea di movimento.
Zagor sembra quasi bloccato dalla sensazione di impotenza rispetto alla forza dirompente e alla maestosità del gigante di ferro.
L'insieme di questi elementi fa incuriosire il potenziale lettore che si chiede "E ora come ne verrà fuori il nostro eroe?".
Per scoprirlo dovrà comprare e leggere l'albo.
Il lettore di Zagor riconosce in pieno in questa copertina le atmosfere della storia e non ne esce turbato dall'impostazione inusuale.
Da migliorare l'anatomia di Zagor ma nel complesso sicuramente una delle cover più epiche pervenute.
Ma soprattutto perché sfida i canoni classici delle copertine di Zagor cogliendo in pieno il concetto di rivisitazione.
In un albo della serie regolare non vedremo mai uno Zagor di spalle o dove non si scorge mai il viso e l'aquila sul petto.
Ma ai partecipanti si chiedeva, fra le altre cose, anche una reinterpretazione personale in base alla propria sensibilità o in base alla conoscenza delle atmosfere che aleggiano nella storia rappresentata.
Possono nascere quindi dei concept come questo che conferiscono alla copertina un certo pathos e gli elementi ci sono tutti.
Il gigante d'acciaio, che si intravede nella luce soffusa della foresta e che ancora non si è palesato del tutto, rappresenta una minaccia incombente e suscita nel lettore una sensazione di apprensione per qualcosa che è in divenire ma che già ha le proporzioni di un grande pericolo.
Pericolo che incombe e inesorabilmente avanza, conferendo alla scena un'idea di movimento.
Zagor sembra quasi bloccato dalla sensazione di impotenza rispetto alla forza dirompente e alla maestosità del gigante di ferro.
L'insieme di questi elementi fa incuriosire il potenziale lettore che si chiede "E ora come ne verrà fuori il nostro eroe?".
Per scoprirlo dovrà comprare e leggere l'albo.
Il lettore di Zagor riconosce in pieno in questa copertina le atmosfere della storia e non ne esce turbato dall'impostazione inusuale.
Da migliorare l'anatomia di Zagor ma nel complesso sicuramente una delle cover più epiche pervenute.